Utilizziamo cookie proprietari e di terze parti per scopi analitici sull'uso del web, personalizziamo i contenuti in base alle tue preferenze e pubblicità personalizzata basata su un profilo dalla raccolta delle tue abitudini di navigazione. Per maggiori informazioni puoi leggere la nostra cookie policy. È possibile accettare tutti i cookie tramite il pulsante "Accetta" oppure è possibile configurare o rifiutare il loro utilizzo facendo clic su "Configura". Politica sui cookie
      Eurostars Hotel Company
      Se desideri disbrigare telefonicamente qualsiasi genere di pratica, puoi contattarci al numero 913 342 196, disponibile 24 h su 24.
      Eurostars Hotel Company
      Scrivere correttamente l’indirizzo email e la password.
      Hai dimenticato la password?

      Storia dell’edificio

      Un biglietto per il passato

      Situato nel quartiere de La Malagueta, l’edificio noto come Palacio de la Tinta risale al 1908. Fu progettato dall’architetto Julio Aublin Calas (Algeri, 1866 – Malaga, 1939), ingegnere capo del Servizio Vie e Opere della Compagnia dei Ferrovie Andaluse. Inaugurato il 23 marzo 1908, rappresenta uno dei pochi esempi di modernismo europeo presenti a Malaga. La sua forte influenza francese si ispira allo stile parigino fin de siècle.

      La funzione originaria del Palacio de la Tinta era quella di ospitare la sede centrale della Compagnia dei Ferrovie Andaluse, nata con la linea Córdoba-Malaga. Tuttavia, anni dopo, la compagnia fallì, fu nazionalizzata nel 1936 e, nel 1941, integrata nella nascente Renfe.

      Il nome dell’hotel deriva dal fatto che, essendo la sede amministrativa dei ferrovie, riceveva quotidianamente grandi quantità d’inchiostro per compilare a mano i biglietti dei viaggiatori. Il celebre poeta della Generazione del ’27, Vicente Aleixandre, il cui padre lavorò come ingegnere per la Compagnia dei Ferrovie Andaluse, lo definì un edificio “un po’ grande”, in riferimento ai suoi 10.500 metri quadrati. Attualmente fa parte del patrimonio architettonico di Malaga.

      Fotografie 1 e 2: Fondo Thomas, Archivo IEFC.
      Fotografia 3: Arxiu Històric Fotogràfic.

      Orari

      Ulteriori informazioni